Che cos’è lo sconto in fattura e quando può essere applicato? Scopriamo come funzionano i meccanismi alternativi alla detrazione fiscale del 110%.
L’Ecobonus porta con sé 2 grandi novità: lo sconto in fattura e la cessione del credito.
Ho deciso di scrivere questo breve articolo con lo scopo di fare un po’ di chiarezza sulle modalità previste dall’articolo 121 del Decreto Rilancio, per beneficiare delle misure previste per l’efficientamento energetico degli edifici.
Ma prima di concentrarci sullo sconto in fattura Ecobonus e sulla cessione del credito, facciamo un breve riassunto di quello che prevede la nuova legge.
Repetita iuvant!
Il Superbonus – che comprende sia l’Ecobonus che il Sismabonus – è una speciale agevolazione che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021.
Un’agevolazione prevista per specifici interventi per l’efficientamento energetico e per interventi antisismici, che possono trainare verso il 110% anche altri interventi secondari, come la sostituzione dei vecchi infissi, quando fatti congiuntamente ai primi.
E tra le più importanti novità introdotte dal Superbonus c’è proprio la possibilità di utilizzare lo sconto in fattura o, in alternativa, la cessione del credito al posto della normale detrazione.
È possibile sempre fare i lavori gratis?
Non è questo il messaggio che devi prendere in considerazione. In molti ti hanno detto che puoi “fare i lavori gratis”, ma lo sconto in fattura e la cessione del credito non sono altro che una nuova moneta.
Ma come funziona lo sconto in fattura?
Ecobonus sconto in fattura Rovigo: come funziona e cosa serve per poterlo utilizzare?
Lo sconto in fattura immediato consiste in contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi.
Ed è prevista, per gli stessi fornitori, la possibilità di recuperarlo sotto forma di credito di imposta, di importo pari alla detrazione spettante, con la facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, come banche o altri intermediari finanziari.
Anche prima dell’approvazione in via definitiva del Decreto Rilancio era previsto lo sconto in fattura, ma ci sono alcune novità.
Il “nuovo sconto” prevede che la riduzione del prezzo della fattura da parte del fornitore può essere anche di un importo inferiore rispetto al valore nominale della detrazione e per un importo massimo pari al corrispettivo dovuto.
Ma per capire come funziona lo sconto in fattura Ecobonus, cioè per avere una chiara guida da seguire per non perdersi in questo labirinto fiscale, è necessario prendere in considerazione i decreti attuativi che saranno presto emanati.
C’è solo un limite per poter beneficiare di questo meccanismo alternativo alla detrazione diretta: il visto di conformità.
Per quali lavori è previsto lo sconto in fattura e chi può richiederlo?
Lo sconto in fattura Ecobonus può essere utilizzato per tutti i lavori di riqualificazione energetica degli edifici – resto all’interno del perimetro dell’Ecobonus – previsti dall’articolo 119 del decreto convertito in legge.
E per tutti gli interventi secondari che possono essere trainati al 110%.
Insomma, per tutti i “crediti edili”.
Ma per utilizzarlo è necessario il visto di conformità.
Che cos’è?
Il visto di conformità è un documento che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione prevista dalla nuova legge.
Chi deve rilasciare il visto di conformità?
Solo professionisti qualificati: commercialisti, consulenti del lavoro, periti e responsabili dell’assistenza fiscale dei Caf, che dovranno inoltrare tale documento all’Agenzia delle Entrate.
Sconto immediato o cessione del credito?
Visto che per lo sconto in fattura è prevista la possibilità di successiva cessione del credito da parte del fornitore, voglio soffermarmi anche su questo aspetto.
Infatti, lo sconto in fattura previsto dall’Ecobonus può essere tranquillamente definito come una particolare modalità di cessione del credito, quando il fornitore cede successivamente il credito relativo alla spesa del contribuente che ha fatto i lavori.
Secondo il testo legge, per alcune specifiche detrazioni Irpef e Ires, relative al 2020 e al 2021, i contribuenti possono optare per la cessione del credito di imposta al posto dell’utilizzo diretto della detrazione.
Ma che cosa si intende per utilizzo diretto della detrazione?
È il “classico scomputo” da fare in dichiarazione dei redditi, che dipende direttamente dalla specifica capacità fiscale.
E un aspetto da sottolineare è che la cessione del credito potrà riguardare anche un “prezzo” inferiore rispetto al valore nominale della detrazione
Inoltre, è stata introdotta anche l’ipotesi Sal: Saldo ad Avanzamento Lavori.
Con le modifiche approvate in sede di conversione, grazie all’asseverazione rilasciata per ogni stato di avanzamento dei lavori, potrai cedere il credito senza attendere la fine di tutti i lavori.
Sconto in fattura Ecobonus e cessione del credito: per quali lavori sono previste queste modalità alternative alla detrazione?
Ecco un elenco di tutti gli interventi che danno la possibilità di sfruttare questi meccanismi alternativi, cioè “l’opzione per la cessione o sconto in luogo delle detrazioni fiscali”.
Nel dettaglio, gli interventi che danno diritto allo sconto in fattura e alla cessione del credito sono:
- recupero del patrimonio edilizio;
- riqualificazione energetica qualificata degli edifici esistenti: è questo il caso in cui si può parlare di sconto in fattura infissi;
- rifacimento delle facciate degli edifici esistenti (bonus facciate)
- installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo;
- interventi coperti dal Sismabonus;
- installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
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Stefano